Ritrovamento della corazzata Roma

IL RACCONTO DI Guido Gay

Fra le navi importanti che giacciono in fondo al mare e in particolare nel Mar Mediterraneo, la Corazzata Roma dopo 69 anni rappresentava ancora un mistero ed è stato un obiettivo ambìto per alcuni ricercatori.
Tutte e tre le navi ammiraglia delle Marine dell’Asse sono state affondate.
La Bismarck tedesca giace nell’Atlantico a quasi 5000m di profondità.

La Bismarck è stata braccata in Atlantico dopo aver affondato il super incrociatore corazzato inglese HOOD, saltato in aria e affondato in 6 minuti colpito nel deposito munizioni alla quarta precisa salva di grosso calibro della Bismarck centrata alla distanza di 27 mila metri. La Bismarck è stata poi colpita da una dozzina di siluri, immobilizzata per bloccaggio del timone, esposta al tiro delle corazzate inglesi che l’hanno crivellata con 300 colpi di grosso calibro, non voleva affondare se non con cariche di autoaffondamento. Giace sul fondo intera salvo una rottura a poppa in tutto simile alla Roma, a riprova di una robustezza strutturale incredibile.
E’ stata localizzata e filmata nel 1989 da Robert Ballard, lo scopritore del Titanic.

La Yamato giapponese è stata anche lei braccata e affondata da centinaia di aerei che hanno dovuto colpirla con numerose bombe e siluri per mandarla a picco su un fondale di poco più di 400m nell’arcipelago giapponese, perciò relativamente facile da trovare e filmare.

La terza, la CORAZZATA ROMA, affondata da una bomba di nuovo tipo che colpì per malasorte il deposito munizioni, sembrava volatilizzata.
La prima fonte di informazioni è l’Ufficio Storico della Marina. Là si trovano i rapporti di navigazione delle navi di allora.

Uno in particolare, l’incrociatore Attilio Regolo, che partecipò al salvataggio dei superstiti peraltro con scarsissima efficacia in quanto era partita senza imbarcazioni di servizio, scrisse un rapporto dettagliato e preciso dove si dà la posizione dei naufraghi, e quindi dell’affondamento, con sbalorditiva precisione... Peccato che sia fuori di molte miglia.
Lo stesso accade per altre fonti e per le testimonianze.
Come è logico, la prima idea per iniziare una ricerca di questo genere è di andare a consultare gli archivi per provare a ricostruire i percorsi fino alla zona di affondamento.
Anche io ho tentato di ricavare un punto presunto studiando i documenti e cercando di immaginare percorsi e situazioni: lavoro lungo, da topo di biblioteca ma pur con la migliore disposizione ad immedesimarsi nell’ambiente e nelle circostanze dell’epoca, quasi inutile.
Le indicazioni spesso sono contraddittorie, alcune chiaramente errate e svianti, altre troppo generiche per essere riportate su di una carta nautica.
Qualche anno fa il Comandante Pierpaolo Bergamini, figlio dell’Ammiraglio Carlo che morì sulla Roma, in collaborazione con altri esperti fece una ricostruzione e ne ricavò un punto presunto. In uno dei primi incontri che ebbi con lui, dopo avergli mostrato tutte le mie indagini nell’area, il Com Bergamini si decise a comunicarmi confidenzialmente il suo punto. Si trattava di un sito distante 5 miglia dal relitto.
Capita anche di intervistare un testimone oculare ancora vivente che può affermare di avere visto tutto là, in quella direzione ad una decina di chilometri, poi risulta che i chilometri erano 40.
In mare anche solo un errore di un km rende difficile il ritrovare un oggetto.
A me è capitato di intervistare la mamma novantenne di Giovanni di Isola Rossa.
Ha l’Alzheimer ma i ricordi antichi sono ancora vivi. Racconta come vide passare gli aerei e poi la colonna di fumo. Non voglio tenere conto delle sue indicazioni, mi faccio solo dire dove esattamente si trovava: con limpida memoria ricorda che stava governando i maiali. Giovanni mi conduce fuori sul posto dove era il porcile. Guardo verso il mare e vedo che a destra la visuale è impedita dalla montagna, questo sì che è un elemento di quasi certezza. Con una bussola prendo un rilevamento e considero questa indicazione come attendibile. Traccio una retta sulla carta: la nave deve essere alla sua sinistra. Sembra un passo avanti, ma influisce poco sulla ricerca, si esclude solo una zona ma ne rimane un’altra vastissima.

Esiste anche un punto che è segnato sulle carte nautiche. Si tratta del punto che risultò dall’inchiesta ufficiale sull’affondamento della fine anni ’40 : questo è il punto presunto risultato essere più preciso di tutti, a sole due miglia (4km) dal vero, un punto pubblicato a disposizione di chiunque (di chiunque volesse dare credito all’indicazione)
Oggi più di uno è stato tentato di dire: 
- chiaro, l’avevo detto io che era là, l’Ing Gay ha i mezzi per andare a vedere e l’ha fotografata  -
Nel 2007 un consorzio svizzero tedesco, Polivideo e Contex (case di produzione di documentari che non esistono più) si presentò alla Marina con un punto ricavato dallo studio di archivi tedeschi dove secondo loro era sicuro che ci fosse il relitto.
Diedero alla stampa notizia dell’intervento pubblicando pure una falsa immagine sonar del relitto per sollevare polverone ed accreditarsi come scopritori.
La Marina italiana mise a disposizione nave Anteo per una settimana (sopportando i costi conseguenti) ovviamente tutto finì nel silenzio di una bolla di sapone.
Il loro punto era a circa 300m di profondità, aree che io avevo in precedenza già battuto abbondantemente e con precisione con i miei strumenti di allora tanto da poter categoricamente escludere la presenza del relitto.

A seguito di ciò, e a seguito anche di un romanzo di Folco Quilici uscito in quel periodo e che risvegliò l’interesse sulla corazzata Roma, la Marina stessa iniziò una campagna idrografica per mappare sistematicamente il fondale a scopo cartografico, ma con il secondo fine non dichiarato di trovare la Roma.
Anche così nulla di fatto.
Gli strumenti di allora consentivano effettiva capacità di esplorazione prima a 300m poi fino a 600m con i nostri allora nuovi veicoli cacciamine PLUTO GIGAS.

Nel 2008 compare un nuovo gruppo “team di ricerca” capeggiato da un tale giovane calabrese Francesco Scavelli titolare di una società di produzioni televisive, con la partecipazione di altri sommozzatori esperti in relitti a bassa profondità, di un giornalista fotografo subacqueo, nonchè aiutato da un consulente “per i rapporti istituzionali”. Mancando totalmente la capacità di esplorare gli alti fondali, si accordarono con una rinomata società francese, la Comex di Marsiglia, il cui titolare scomparso recentemente aveva il pallino dei relitti profondi.
Lo Scavelli, autonominatosi direttore del “team”, si mise in testa che sarebbe stato lui lo scopritore del relitto come se le attrezzature della Comex fossero le sue. Nel 2009 dette alla stampa un annuncio sensazionale: - trovata la corazzata Roma - che poi come altra bolla di sapone si spense nel nulla.
Il suo gruppo pare che abbia lavorato intensamente per ricerche d’archivio e per intervistare testimoni. Impostò il programma di un film intitolato “trovate la Roma” con la sicurezza di chi ha in mano carte infallibili, tanto da riuscire a farsi dare un ragguardevole contributo finanziario dal Ministero Beni Culturali in qualità di giovane regista all’opera prima.
Si è poi venuto a sapere che “l’alta tecnologia” della Comex è consistita nel noleggiare o acquistare un magnetometro canadese, trascinarselo dietro la loro navetta MINIBEX per un po’ di miglia, senza sapere che sul fondo emergono di tanto in tanto rocce basaltiche che confondono e rendono inutilizzabile il tracciato dei magnetometri.  La Comex pare che abbia poi fatto esaminare dagli esperti canadesi i tracciati (perché evidentemente essi non erano neppure in grado di interpretarli) con il risultato di farsi dire che fra un grande numero di anomalie una soltanto rivela la “certezza” che sia prodotta da una causa non naturale, ossia che indica la presenza di un oggetto ferroso. Sulla base di questa indicazione lo Scavelli affermò imprudentemente di aver trovato il relitto.

Parentesi scientifica:
ormai nel 2010 sia io che la Marina, che lo Scavelli eravamo convinti che si dovesse esplorare il fondo dei canaloni.
Nessuno aveva mai visto il fondo dei canaloni, solo noi nel 2010 abbiamo mandato il nuovissimo PLUTO PALLA a 1350m e abbiamo visto spuntare dal fango enormi colonne di basalto vulcanico.
E’ noto che le rocce vulcaniche trattengono il magnetismo di ere antiche e che quindi alterano il campo magnetico terrestre, impossibile allora distinguere fra un’alterazione dovuta alla presenza di un relitto ferroso o alla presenza di un pinnacolo vulcanico.


Il ritrovamento

Ora io so che in zona Roma il magnetometro è inutilizzabile se usato per fare profili orizzontali.
I soliti sonar a scansione laterale rimorchiati in profondità vanno bene su fondi regolari ma non sono adatti ad ispezionare canaloni, scarpate e costoni in pendio.
Il mio segreto è un sonar a scansione laterale attaccato alla barca, progettato apposta con frequenze e fasci adatti a vedere a grande distanza, ottimo per vedere dall’alto il fondo e le scarpate dei canaloni, ripetendo le passate scegliendo i migliori punti di vista.
Tuttavia la risoluzione ovvero la nitidezza delle immagini è scarsa. La macchiolina che rappresenterebbe un relitto si confonde facilmente con ammassi rocciosi o avvallamenti.
Però con la pratica si possono riconoscere certe caratteristiche: vi sarà già capitato di ricevere dal vostro medico una diagnosi sulla base di una radiografia o di una ecografia, di andare a vedere voi stessi l’immagine e di chiedervi come avrà fatto a dedurre ciò che vi racconta…
Lo stesso succede con il mio sonar. Usandolo ho scoperto certe macchioline risultate essere mucchi di antiche anfore romane. Ora quando vedo una di quelle macchioline vado quasi a colpo sicuro: relitto romano. Ne ho scoperti così una ventina in pochi anni, mi chiamano ormai “cacciatore di relitti” mio malgrado.

Tornando alla “Roma”, dopo tanti anni di rilievi sonar e di immersioni con PLUTO su punti significativi, dopo essermi imbattuto in relitti di navi romane, anche a profondità difficili da raggiungere, dopo essere tornato in questa nuova stagione 2012 con nuove strumentazioni (un sonar a lungo raggio da far scendere in profondità attaccato sotto il PLUTO PALLA e un magnetometro già sperimentato nel ritrovamento del Transylvania) , dopo aver riesaminato una ennesima volta i tracciati sonar senza trovare nulla di somigliante ad un relitto spezzato in due tronconi, il 16 Giugno non sapevo proprio più dove sbattere la testa.
La logica mi suggerisce di incominciare dal canalone.
Tutte le aree a meno di 1000m sono praticamente escluse, non c’è alcun contatto compatibile, quindi rimane escluso anche il fondo del canalone di Bonifacio fin dove confluisce con quello di Castelsardo a -900m.
A partire dalla confluenza dei canaloni il fondo è ancora abbastanza pulito e i tracciati mostravano tre macchie sospette. Avevo eseguito molti passaggi per registrare gli stessi obiettivi vedendoli da direzioni diverse.
I tracciati vengono registrati al computer come schermate successive e numerate, i contatti 654a  e 654b erano dunque a -1200m sulla schermata principale nr. 654.
Il fondo del canalone poco più al largo diventa roccioso e tormentatissimo, se il relitto è caduto lì sarebbe quasi impossibile localizzarlo.

Lo scorso anno i Carabinieri Subacquei di Genova mi avevano chiamato per aiutarli a trovare il TRANSYLVANIA, un piroscafo della prima guerra mondiale di cui vi posso brevemente raccontare qui a parte…

La situazione era simile alla Roma, con fondo sconnesso e tanti echi, qui però non c’erano rocce magnetiche, allora pensai al magnetometro e me ne costruii uno speciale, non per trascinarlo dietro la barca e fare profili magnetici orizzontali come la Comex, ma adatto ad essere calato verticalmente su ogni macchia sonar sospetta, operazione rapida e sicura che mi risparmia una lunga ispezione visiva con PLUTO PALLA.
Così scoprii il Transylvania.

Ora sui canaloni della Roma faccio una ennesima cernita di echi e mi accingo con poca fiducia a provarne qualcuno dei più probabili.
Avevo già esaminato i tracciati sonar mille volte con grande attenzione, sempre con maggior competenza grazie all’occhio che diventa più sperimentato.
Avevo messo sotto anche mio fratello Claudio e poi l’ingegner Stefano della ditta per ricavare dai miei tracciati sonar una carta con la batimetria dei fondali, con particolare attenzione a riportarvi tutti gli echi significativi visti ripetutamente da direzioni diverse. Nel 2008 avevo dunque a disposizione non solo i tracciati sonar ma una vera e propria carta batimetrica che nessuno possedeva, neppure l’Istituto Idrografico della Marina che è l’ente italiano preposto alle indagini cartografiche del mare.
Già nel 2007 ero rimasto turbato dal comportamento della nostra Marina con i tedeschi, pensando, se l’avessero trovata, la Roma, alla figura barbina di noi italiani, incapaci di esplorare i fondali ed ancora una volta nelle mani del tedesco che prima ti affonda la corazzata con sole due bombe allora fantascientifiche, poi deve oggi intervenire per ritrovare il relitto.
Nel 2009 avevo sentito che lo Scavelli aveva un “tavolo di lavoro” (come pomposamente usa dire ora) con la Marina. Io, incapace di capire perché la Marina collaborasse ancora con gli stranieri della Comex per ritrovare la Roma, mi feci avanti e chiesi un incontro. Il mio non fu un “tavolo”, all’Ammiraglio di Comsubin incaricato di seguire e coordinare le ricerche, sciorinai i miei rilievi esclusivi ed offrii una collaborazione, ma la cosa li lasciò indifferenti, mi dissero che potevo liberamente condurre tutte le ricerche che avessi desiderato ma in sostanza nessuna collaborazione.

Questa stagione vede la novità del DAEDALUS con equipaggio.
Un grosso cambiamento anche sofferto ma necessario.
Sofferto perché avrebbe cambiato il modo di andare e di stare in barca per me e Gabriella non più soli senza dover badare a nessuno, necessario perché la fatica di tutte le incombenze e le attività subacquee cominciava ad essermi di peso eccessivo.
Poi l’anno scorso un brutto segnale di allarme:
alla fonda nel porto di Voltri dopo aver trovato il Transylvania ero da solo.
Dopo aver salpato l’ancora tirandola fino alla cubia, mi misi a cavalcioni della traversa di prua sporgendomi per slegare il grippiale:
vedi un po’ che non mi capita di perdere l’equilibrio? di fare cerniera con le gambe aggrappate alla traversa e di cascare in acqua a testa ingiù?
Calzato e vestito fradicio, provate voi a tirarvi su a forza di braccia per due metri con una piccola cima che era rimasta in acqua: nulla da fare….
Allora cercai di nuotare nel tunnel fra i due scafi del catamarano verso poppa, ma il DAEDALUS disancorato derivava lentamente spinto dal vento.
Forse ce l’avrei fatta ma rischiavo l’esaurimento. Allora?
Allora “aiuto…aiuto” a squarciagola… prima volta in vita mia…
Non ero lontano dai pontili delle piccole barche, qualcuno aveva visto e sentito, arrivò un motoscafetto e mi diede gentilmente una mano a risalire. Nessun danno, nessun pericolo serio, ma…attenzione…poteva capitare in circostanze diverse…
Ecco quindi la decisione di non navigare più da solo.

Il canalone di Castelsardo inizia appena fuori Isola Rossa.
Si tratta  di una valle sottomarina che fu creata dall’erosione del fiume Coghinas in modo del tutto simile alla vallate terrestri circa 6 milioni di anni fa quando lo stretto di Gibilterra si chiuse ed il Mediterraneo si svuotò della sua acqua.
Su un pendio avevo scoperto a 200 metri di profondità il relitto di una nave o barcone in legno vecchio forse di trecento anni e carico di blocchi di granito squadrati.
Anni prima, più verso il largo sull’orlo della scarpata avevo individuato ed esplorato il mio primo relitto romano a 320 metri di profondità, e dire che allora il mio sonar non era così preciso come quello che ho costruito nel 2006. Però se potevo distinguere un mucchio di anfore lungo 15 metri e alto 2 mi sarebbero potuti sfuggire i due tronconi di una corazzata in acciaio lunga oltre 200 metri? No di certo.
Perciò almeno sapevo dove il relitto non era. I miei tracciati mi dicevano che né sul fondo del canalone né sui fianchi c’era nulla di simile fino ad oltre mille metri di profondità, dove confluisce l’altro canalone, quello delle Bocche di Bonifacio.
Intorno ai milleduecento metri compaiono i primi echi degni di attenzione, poi a maggiore profondità il fondo diventa tormentatissimo, è la zona dove avevo visto i pinnacoli di basalto.
Il 2 giugno 2012 c’è con me Gabriella, calo il magnetometro sulla prima macchia significativa, sul mio sito 654a,  e ottengo un responso positivo, una anomalia: una progressiva diminuzione di 400nanoTesla da - 1100m giu fino a 30m dal fondo, per poi improvvisamente tornare normale al contatto del fondo: boh… attribuisco la variazione a qualche roccia magnetica, mi dico che quasi certamente sarà una roccia di basalto, non ho ancora esperienza ma diffido e passo oltre..
Il 15 giugno, dopo aver atteso giorni e giorni come al solito che mare e vento si calmassero, magnetometro giù a -1200m sul sito 654b. Il cavo fila un po’ a strappi a causa delle onde residue che fanno abbassare e sollevare la poppa del Daedalus, a 700 metri di profondità il sasso di zavorra si stacca. Allora ricupero e attacco un altro sasso più solidamente. Questa volta a partire da -1100m giù fino al fondo a -1200 la lettura diminuisce progressivamente di 400nanoTesla che vuol dire tanto. Anche qui rimango perplesso….
Entrambi questi contatti, che avevo rilevato fin dal 2008, appaiono come macchie alla fine di costoni che corrono in discesa dai fianchi del canalone mi dico che sarebbe una coincidenza strana se i pezzi del relitto fossero caduti proprio là.
Sfiduciato penso ancora ad un fondo basaltico.
Gabriella deve tornare a Trieste.
L’accompagno a terra e intanto parlo di programmi da vacanza: Minorca… Ibiza…

Proseguo con il diario di bordo DAEDALUS e diario degli eventi successivi, così come vissuti e soggettivamente percepiti in quei momenti:
(Emerge chiaramente il disturbo causato da un intruso che ha brigato per accreditarsi come lo scopritore del relitto mettendo in imbarazzo perfino la Marina Militare)


16 giugno

Ripasso scoraggiato tutte le registrazioni una ennesima volta e riesamino tutti i contatti della zona senza trovare segni distintivi
Sono veramente stufo, non so più dove sbattere la testa, se il fondo è cosi difficile si tratta di fare un lavoro enorme per calare il veicolo PLUTO PALLA ad ispezionare ogni macchia.

Al telefono Gabri mi sente depresso, pronto a cambiar vita.
-  io metto prua alle Baleari…-
-  ma no…sei già lì, il tempo è buono, vai a vedere…così ti togli il dubbio…-
Già, forse non ha torto, il tempo è buono, domani provo.


17 giugno 2012

Partiamo col DAEDALUS all’alba da Isola Rossa.  Tre ore di navigazione. Sul posto mare calmo, poco vento. Siamo sulla verticale della macchia sul punto 654b, metto in posizionamento dinamico e la barca resta ferma sul posto controllata automaticamente dal computer.
PLUTO PALLA è pronto sulla coda destra del Daedalus con il sasso di zavorra per la discesa già attaccato.
Veicolo sulla gruetta e poi in acqua
-libero-  inizia la discesa
Il cavo si svolge regolarmente e il veicolo appeso scende nell’abisso trascinato giù dal pietrone di zavorra a perdere.
Poco più di mezz’ora per arrivare sul fondo a 1,2km più sotto.
Fermo lo svolgimento del cavo quando il veicolo è una decina di metri sopra il fondo.
Faro acceso, tanti briciolini di plancton intorno, sembrano fiocchi di neve.
Accendo il sonar del veicolo, punto la testa in orizzontale e con i motori faccio girare il veicolo su se stesso per guardare (con il sonar) cosa c’è intorno.
Con il sonarino del PLUTO PALLA posso vedere fino a 120m di distanza e creare immagini dell’area circostante in settori successivi di 90 gradi. Compongo un primo settore e vedo solo echi di fondo fangoso. Secondo settore lo stesso. Ruoto ancora il veicolo per registrare un terzo settore ed ecco che appare una intensa macchia nera:  emozione istantanea, ci siamo… consapevolezza di essere forse vicini al risultato.
La forte intensità dell’eco denota un oggetto duro, potrebbe essere una roccia, ma i contorni per quanto irregolari hanno una disposizione geometrica, sì, forse anche una roccia può essere geometrica, ma l’adrenalina aumenta… la distanza è circa 70 metri… punto nella direzione e metto marcia avanti, non sgancio il sasso, così il cavo ombelicale rimane teso verso l’alto e riduco il pericolo di impigliarmi…il plancton, proprio come la neve che ti corre sulla faccia, dà molto bene la sensazione del movimento…mollo un po’ di cavo fino a far scendere il veicolo a rasentare il fondo…ora vedo anche il fango che scorre sotto.
Improvvisamente una strana strisciata di mucillagine gialla viene a sbattere sull’obiettivo…fermo subito il veicolo…avrò urtato qualcosa?  Guardo intorno ma non c’è nulla…chissà cos’è stato…riprendo l’avvicinamento ed un pensiero mi balena nella mente…qui nessuno è mai venuto a guardare come sto facendo io, questo è un luogo inviolato…chissà…le anime dei morti…
Avanti ancora…e compare un oggetto allungato..ma sì certo, è un pezzo di putrella in ferro…davanti il sonar mi indica ancora una decina di metri per incontrare qualcosa di grosso…procedo con cautela, sott’acqua al buio il faro illumina solo a qualche metro, mi aspetto il relitto e il pericolo di impigliarsi mi tiene in massima all’erta… ecco, dal nero intravvedo un contorno di qualcosa, è un contorno circolare…allora ci siamo, è il relitto davvero…dal fango del fondo si alza un grande oggetto cilindrico…faccio risalire il PLUTO PALLA più alto sul fondo per vedere cosa c’è più su e anche per verificare di essere libero da rottami dove impigliare il cavo ombelicale che sale dritto verso la superficie…sopra è tutto libero allora mi avvicino e distinguo meglio una struttura allungata coperta di fango come fosse neve…una scanalatura con dentro un lungo cilindro… nella mente che vede la nave com’era, memorizzata da tanti studi, mi si forma immediatamente l’immagine del cannone antiaereo da 90/50…avvicino il veicolo…eccolo, ci sono anche le due feritoie del dispositivo di puntamento, è proprio lui, ho trovato la Roma !!!  scatto subito delle fotografie oltre alle registrazioni video.

Telefono:

  • sei seduta?
  • ??   (Gabriella a Trieste)
  • L’ho trovata…
  • Manohhh….

A Roma:

  • Comandante ho localizzato la corazzata quasi al 99%
  • ??    (il Comandante Bergamini – forse non ha compreso – forse l’ho colto in un momento non giusto – ha 92 anni, riproverò domani)

18 giugno

Avverto i Carabinieri di Genova
Con il Maresciallo Lenzini abbiamo trovato il Transylvania l’anno scorso, c’è un rapporto privilegiato. Poi ho sempre in mente l’avvertimento della Dottoressa Gambogi :

  • Ingegnere…non mi dica che lei non va per relitti..lo sa che è contro la legge, vero?

Io non “vado per relitti” io sperimento i miei apparecchi e quando trovo qualcosa “fortuitamente” denuncio subito alle autorità. La Corazzata Roma è diventata Bene Culturale, io mi sono imbattuto in un relitto e so che è lei, ma ufficialmente aspetto che il riconoscimento sia fatto da loro, dalle Autorità,  perciò:

  • Maresciallo ho un contatto estremamente probabile…
  • Ahh, l’ha trovata
  • Prenda per buono quello che ho detto, per ora contentiamoci così, volete darmi una mano a procedere?
  • Ho capito, ho capito. Si, ora avviso il mio Comandante poi le dico…

Avverto la Marina
Chiamo Comsubin il TV Fantini che era l’aiutante dell’Amm Cavo Dragone, mi dice  che  l’Ammiraglio non è più li. Mi indirizza a Roma 3° reparto dove trovo il CF Lamberti dell’Idrografico che avevo incontrato due anni prima a La Spezia e che mi indirizza al suo superiore CF Chiappetta.
Lo chiamo e l’Ufficiale cade dalle nuvole

  • Scusi ingegnere, mi informo e la richiamo

Dopo un po’ richiama e si vede che ha trovato l’incartamento che mi riguarda, ha anche la lettera che due anni addietro avevo scritto al Capo di Stato Maggiore lamentandomi che stranieri fossero aiutati a cercare la Roma e che le mie esplorazioni non godessero di alcuna considerazione.
Mi passa il suo capo, l’Ammiraglio Piroli.

  • Ammiraglio ho un contatto estremamente probabile per la corazzata Roma
  • Ah si?    (Boh, sembra anche lui indifferente)
  • Ammiraglio, le dico, è lei al 99%
  • Ah davvero? Voglio dire…e dove l’avrebbe trovata?   (incredulo)
  • Canalone di Castelsardo a 1200 metri
  • Eh già , voglio dire…doveva essere lì… (sembra quasi indispettito) Lo sa che altri la stanno cercando?  Stiamo concludendo un accordo con un gruppo.
  • Ammiraglio, arrivano tardi, non ha più senso
  • Le mando due dei miei, può far vedere a loro?   (forse sperando che non sia vero?)   voglio dire…lo sa che ci sono coinvolti interessi rilevanti?

26 giugno

Ore 10.30  Arrivano a bordo i due Ufficiali della Marina
Mostro la foto del cannone, si guardano negli occhi e si attaccano al telefono per riferire.
Si va a cala Oliva a passare la notte.
Intanto alla Marina Piroli sa che è il Roma che il ritrovamento è certo.
La sera stessa esce alle 1800 il comunicato stampa ADNKronos di Scavelli: “individuato con certezza il relitto della corazzata Roma” dove? “nel canyon di Castelsardo a 1200m…settimana prossima le fotografie…”
ma noi siamo in mare e non lo veniamo a sapere subito.

Chi è Scavelli? Un giovane calabrese che si è messo in testa di trovare il ROMA. Ha contattato la Comex, seria società francese di lavori subacquei. Nelle stagioni scorse hanno fatto ricerche con un magnetometro riscontrando varie anomalie. Io sapevo non significative perché avevo visto a 1350m emergere dal fondo rocce magnetiche di basalto vulcanico. Venni a sapere che Scavelli invece era alla Marina proprio in quei giorni, con una lettera in cui diceva di aver trovato il relitto in base ad una anomalia magnetica che poneva il punto a circa 10 miglia a ovest del vero.
Poi evidentemente aveva avuto possibilità di venire a conoscenza delle mie novità e si precipitò ad anticiparmi.
"Clunnia, calunnia, qualcosa rimane" dicevano i gesuiti grandi conoscitori dell’animo umano, e difatti ancora oggi dopo tre anni rimangono sulla rete tracce di un certo Scavelli scopritore della corazzata Roma…


28 giugno

A bordo del DAEDALUS il CF Lamberti e il TV Busonero hanno finalmente visto con i loro occhi il cannone della foto arrivare sui monitor in tempo reale dal fondo. Li ho portati sul posto, ho mandato giù il buon PLUTOPALLA e di cannoni ne abbiamo contati insieme 5. Poi altra immersione sull’altro sito e scopriamo, anch’io per la prima volta, un pezzo di scafo rovesciato. Gironzoliamo sulla chiglia coperta di fango, scopro una aletta che identifichiamo come una aletta di rollio. La seguo fin dove finisce, procedo con PLUTO ancora avanti e intravvedo un oggetto cilindrico, un cannone penso subito, ma la posizione è strana, avanti ancora e il supposto cannone si trasforma in asse, si vede il cavalletto dell’elica e poi l’elica, gigantesca, pulita (è di bronzo, non arrugginisce come il resto dello scafo) 

Tutti contenti. I due Ufficiali che al loro arrivo, al vedere la foto del cannone sembravano increduli e  imbarazzati, ora si sciolgono in un moderato entusiasmo.
Rientriamo a Isola Rossa.
A sera grande attività di comunicazione con lo Stato Maggiore a Roma.
Intanto apprendiamo con sorpresa che due giorni prima lo Scavelli ha diramato un annuncio stampa - la corazzata Roma individuata con certezza - agenzia ADN Kronos ripresa da molti giornali. In questo comunicato compare il luogo del ritrovamento - canyon di Castelsardo a 1200m di profondità- le stesse precise parole che avevo pronunciato all’amm Piroli…
Appare subito chiaro che si tratta di una sfacciata impostura.

L’ammiraglio aveva detto che la Marina stava per concludere un accordo di collaborazione con lo sciagurato. Il mio ritrovamento deve aver mandato tutto all’aria. Più di qualcuno è ora obbligato a rivedere le proprie posizioni.
Però una coincidenza temporale così sa di spionaggio, di fuga di notizie, che abbia saputo qualcosa da pescatori locali suoi amici? O forse altro…
Comunque il tentativo di appropriarsi di ciò che non gli compete è chiaro: si tratta di un imbroglio.
Mi richiama Piroli che si complimenta, anche lui depreca il comunicato del “facocero”, come Giovanni di Isola Rossa poi denominò il concorrente intrigante, ma mi dice che lo riceverà domani, che ci sono trattative in corso per una convenzione.
Ecco che mi scatta una reazione istintiva.
Come è possibile che la Marina dia spazio ad una persona così scorretta?
Lo esprimo all’Ammiraglio senza giri di parole, crudamente così come a me viene naturale. 
Mi lamento che ci deve essere stata una fuga di notizie e che mi sembra assurdo che un millantatore possa avere libero accesso presso gli alti Ufficiali.
- Ammiraglio se le cose stanno così io non voglio aver nulla a che fare e mi ritiro –
e lo dico in modo così deciso che codesto Ammiraglio poi non lo sentirò più
Imbarazzo da parte dei due Ufficiali con me a bordo nel constatare che sono così furioso per il comportamento della Marina.


La mia tecnica

Robert Ballard trovò il TITANIC nel 1985 in mezzo all’Atlantico a 4000m appoggiato e finanziato dal Woods Hole Oceanographic Institute (MIT di Boston) e con l’impiego del batiscafo ALVIN della US Navy, lo stesso Ballard trovò nel 1989 la corazzata BISMARCK a quasi 4800m, Tommy Thompson nell’86 raccolse cinque milioni di dollari , trovò il Central AMERICA a 2700m di profondità e ricuperò un carico d’oro valutato 100 milioni di dollari di allora, più di recente nel 2008 David Mearns scopre l’incrociatore SIDNEY a 2800m nel Pacifico con 4 milioni di dollari messi a disposizione del Governo Australiano.
E io?
A me…chi mi finanzia?
Proprio nessuno, anzi…

E dire che questa ricerca, quella del Roma, non è proprio tanto più facile.
La profondità è inferiore ma richiede sempre mezzi paragonabili a quelli dei miei colleghi qui sopra, e poi loro hanno lavorato su fondi abbastanza piani,  io invece devo infilarmi fra le rocce dei canaloni…
Allora come ho fatto?
Beh,  parto dal catamarano che è già un bell’investimento, anche se è  ammortizzato come prendisole.  Poi ho il supporto della ditta,  che nei ritagli di tempo mi realizza gli “aggeggi”.  Il resto è solo tempo mio (sono mezzo a riposo, vale poco) e mugugni  della mia consorte.
Si, ma loro si servono di tonnellate di sonar, altre tonnellate di sottomarini oltre che della relativa schiera di specialisti… e io?
Io anche se avessi i soldi per affittarle quelle tonnellate di roba lì poi non saprei dove metterle.

E allora?
Allora il trucco, il trucco c’è.
Qua interviene la mia attitudine innata a voler fare tutto con niente che combinata con lo spirito del classico artigiano e con un tantino di sale di zucca, mi tira fuori idee e realizzazioni che fanno storcere il naso ai tecnici “standardizzati” ma che funzionano.
L’artigiano, quello che con le proprie mani modella e costruisce.
Fin da bambino avevo sempre in mano sega, martello e chiodi.  Poi, per poter proseguire in grande stile, a dieci anni sapevo già che sarei dovuto diventare ingegnere.
Badate bene: “diventare”,  non  “studiare da…”, proprio così, studiare studiavo, ma impaziente e di fretta, avevo troppo da trafficare.
Avanti così finchè finisco laureato, naturalmente solo con quel tanto che basta, altro che pieni voti.
E inizio a lavorare.
Un primo anno da insegnante ai periti industriali, due supplenze una diurna e una serale, ricordo due stipendi da 120 mila lire, totale 240 mila al mese, allora era una pacchia di guadagno ma per l’artigiano nessuna prospettiva, allora vado nell’industria per un solo misero stipendio di 90 mila lire.
Piccola azienda di strumentazione, il mio periodo da impiegato dura solo 8 mesi. In poco tempo avevo preso in mano tutta la parte tecnica e prodotto tre brevetti, mi accorgo però che il padrone anziano non ha alcuna intenzione di espandersi utilizzando le mie invenzioni. E io non tollero di lavorare per niente,  le mie creazioni devono essere apprezzate, altrimenti sono inutili.
Così mollo e inizio in proprio.
Siamo a fine anni 60, la tecnica di allora era fatta di cose che si potevano tenere in mano, prendere con le dita, oggi un componente elettronico lo si prende con le pinzette e ci si lavora al microscopio.  Allora mettevo insieme transistor resistenze e condensatori per costruire un amplificatore, oggi una microscopica piastrina di amplificatori ne contiene a migliaia.   Avevo iniziato a costruire strumenti di misura, li vendevo bene e Ruggeri, il mio braccio destro, era contento.  Però presto mi resi conto che il progresso dei circuiti integrati mi avrebbe precluso lo spazio dell’ artigiano,  e cominciai a pensare ai sottomarini…
Ruggeri proseguì con gli strumenti ritenendo che le nuove idee fossero bizzarrie di un’anima inquieta.  Invece dieci anni dopo gli strumenti finirono ma avevamo lanciato delle macchine che per lungo tempo non avrebbero lasciato a piedi gli artigiani.
Difatti PLUTO ha compiuto 35 anni ed è nella piena maturità.

Ecco il trucco: con tutti gli strumenti ideati e costruiti  secondo il principio del “tutto con niente” sono arrivato a fare concorrenza a quelli lassù.

Ho già affermato che cercare relitti non è la mia attività principale.
Se volessi proseguire in modo professionale dovrei acquistare della strumentazione tipo side scan sonar complessi che non riesco a farmi da solo con il solito “niente” e forse dovrei anche studiare dei nuovi veicoli AUV autonomi senza telecomando per realizzare i quali sarei costretto ad acquistare altra strumentazione come ad esempio comunicatori ad ultrasuoni, piattaforme inerziali, ecc. tutti apparecchi sofisticati e complessi che non siamo in grado di farci da soli nè io né la ditta.
Si crea di nuovo una situazione dove l’artigiano non arriva più a fare tutto con niente ma deve limitarsi a svolgere un ruolo parziale.

Ancora dal Diario:


29 giugno

Incontro con Nave Aretusa dell’Istituto Idrografico, il capitano Pizzeghello ci invita a pranzo a bordo, poi segue una sessione di foto esterni e filmati a soggetto catamarano DAEDALUS e PLUTO PALLA.


30 giugno

Gli Ufficiali sbarcano, il comandante Lamberti e il comandante Busonero lasciano il Daedalus.
La Marina sta organizzando una conferenza stampa a La Maddalena e ci trovano presso di loro un ormeggio in banchina vicino al Circolo Ufficiali.
L’atmosfera è distesa e cordiale, ma ci rode il tarlo Scavelli, di cosa possa combinare a Roma contro di noi.
invito all’Ammiragliato da Amm. Serra
cena dall’Amm. Felicioni visita al suo centro


04 luglio

Conferenza stampa a La Maddalena. Presenti l’Amm Camerini e altri alti Ufficiali della Marina, il Comandante Pierpaolo Bergamini, ecc.
Mi dicono che sul fondo c’è anche Scavelli ma non si avvicina.
Proietto filmati subacquei.
Incontro e conosco Maria Pia Pezzali promotrice del gruppo di ricerca di Paul Allen con OCTOPUS.
Ricevo foto della nave in cornice d’argento con lunga emozionante dedica del Capo di Stato Maggiore Ammiraglio Binelli Mantelli.

A seguito della conferenza stampa molti importanti giornale riportano la notizie del mio ritrovamento. Alcuni di loro ricordano l’annuncio di Scavelli e chiedono lumi alla Marina, dopo di che pubblicano:
Due giorni fa il ritrovamento era stato annunciato da un team di ricercatori guidato da Francesco Scavelli, ma - a quanto si apprende (dalla Marina) – non si trattava del punto giusto.  (il Sole 24Ore)


08 luglio

Immersione PALLA su terzo sito 655 vede rocce


11 luglio

Immersione PALLA su scafo rovesciato
Arriva mail da Lamberti dicendo che Piroli è stato sostituito (non avvicendato) da amm Gumiero.
Bozza di un protocollo di convenzione fra noi e MM con osservazioni.


16 luglio

Mi chiama la Gasperetti (Dottoressa Gabriella Gasperetti responsabile della Soprintendenza Beni Culturali di Sassari)
Ha ricevuto richiesta da Scavelli per autorizzazione a filmare il relitto.
Mi dice che loro non la daranno, dice che hanno 200mila euro dal ministero beni culturali concessi da Nicola Borrelli  <direttore generale per il cinema dei Beni Culturali>


17 luglio

Mi chiama Maresciallo Carlo Padula (Gruppo Carabinieri Subacquei di Genova).
Dice che Enrico Cappelletti  (team di Scavelli) vuole parlarmi per accordarsi a produrre il documentario. Rispondo che da Sassari non avranno il permesso, dice che il permesso l’avranno da Roma dottoressa Zarattini , dice che primo agosto Comex sarà sul posto a filmare.
Informo Gasperetti che è in riunione col suo Soprintendente.
Informo Lamberti, chiamo Amm Camerini da cui rilevo:
c’è stata visita del soggetto al Capo di Stato Maggiore Binelli Mantelli lui presente,
pare abbiano detto che io ho tutti i diritti e che se vuole si metta d’accordo con me.
Chiedo cosa mi consiglia di fare, mi risponderà domani dopo aver verificato questione Zarattini.


18 luglio

Mi chiama Lamberti.
Dice che ha parlato con la Zarattini la quale non ha ricevuto richieste formali ma solo telefoniche. Non dice che intenzioni avrà.
A domanda mi risponde che il Capo di SM non può rifiutare visite dell’individuo causa “opportunità di ordine superiore”. (Il tizio sembra avere le spalle coperte ad altissimo livello)
Mi conferma che tutto il potere autorizzativo è dei Beni Culturali e che la Marina non può imporre nulla.


19 luglio

Immersione PALLA con sonar lungo raggio rileva contatti incongruenti


20 luglio

Immersione PALLA su 654b identifica torre grosso calibro rovesciata, mitragliera binata Breda 37/55 e sembra caldaia


02 agosto

Isola Rossa
Incontrato Scavelli e Cappelletti
Punti essenziali:
Premesso che io sono pienamente disponibile a collaborare con lo Scavelli per la realizzazione del documentario che racconti i fatti senza mistificazioni, ho messo in evidenza quanto segue:
1-        la pregiudiziale mia causata dall’annuncio suo del 26:
egli si è dichiarato disponibile a modificare e chiarire la sostanza del suo comunicato del 26 sia sul suo sito sia come dichiarazione alla stampa, tuttavia egli addebita questa uscita non in funzione ostile nei miei confronti, ma come precauzione all’annuncio che la MM ha fotografato il relitto (ancora non divulgato ma di cui viene a conoscenza il 24 giugno dice non da Piroli ma da non meglio identificate spie della capitaneria o pescatori di Castelsardo  (contorsionismi spudorati) (nota bene che dice MM e non Guido Gay) e che egli pensa che MM abbia sfruttato notizie da lui fornite. Con questa spiegazione intende dimostrare che la sua uscita non è stata contro di me ma per proteggersi da MM  (pare che chi imbroglia pensi che tutti gli altri facciano lo stesso).

  • dice di aver pensato che MM abbia ispezionato il relitto con l’Octopus e la Pezzali a sua insaputa e danno, non immaginando chi altri potesse avere i mezzi per farlo

Però poco dopo si smentisce affermando che ad Aprile a seguito delle notizie sul Transylvania, con Cappelletti erano in procinto di chiedere a me, sapendo che io avevo i mezzi, ma che non se ne era fatto nulla per rispetto a Comex che aveva confermato la disponibilità a continuare con loro anche dopo la scomparsa di Delauze.
In conclusione, su questo argomento continua a sostenere che io sono andato a fotografare sul suo punto.

  • Afferma che non gli sono indispensabile e che può facilmente procedere a proprie attività con Comex mostrando lettera di SBABSAE(la Soprintendenza) che gli dà nulla osta il 26 luglio.

04 agosto

Scrivo mail a Scavelli questione punto.
Al telefono con Pacioni pongo questione punto. Dice che sente al telefono il tizio ogni giorno, dice che andrà a vedere ma se i punti sono diversi ha fatto “autogol”


09 agosto

Scavelli risponde ribadendo intenzioni mistificanti.


11 agosto

Scavelli telefona per sollecitare accordo. Protesto per sue intenzioni di impostore. Parla a valanga per sostenere sue ragioni, minaccia chiamata di Comex.


14 agosto

Mi chiama Pacioni dice che il punto dato da Scavelli 2 mesi fa (poco prima del 17giu) è diverso da quello che reclama oggi. Dice che ha sentito Scavelli il quale ha cercato di dare spiegazioni verbali che non modificano quanto è stato scritto.
Perciò o mi risponde accettando mie condizioni o resta a piedi.


04 settembre

In banchina a La Maddalena grazie a Felicioni
Con mediazione di Patrizio (il nostro nuovo marinaio) (non si sa come ha incontrato sul traghetto) visita a bordo di Pizzighello che lascia il comando del Galatea.
Incontro con Amm CARMELO BONFIGLIO nuovo comandante di Comfordrag
Bella chiacchierata, io racconto di Scavelli e si preoccupa di intermediare per appianare.
Bonfiglio è stato aiutante del Ministro ed è in stretto contatto con Camerini e Binelli oltre che Di Paola.


06 settembre

Siamo arrivati a Roma con Gabriella al Raphael.
Bonfiglio, via Patrizio marinaio(!!) , mi dà numero privato.
Interpreto che mi voglia parlare e chiamo.
Effettivamente mi dice un sacco di cose per appianare Scavelli, poi dice che il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola gradirebbe vedermi l’indomani sera per anteprima riprese del relitto.


07 settembre

Mattina alla Marina, ci riceve Busonero
Ci porta da … dove arrivano anche Camerini e Chiappetta
Chiappetta afferma che egli è pulito della storia Scavelli
Camerini conferma che non ci sono combines con Scavelli

Incontriamo Tortora tecnico e Maurizio Ricci regista di Porta a Porta che rimane meravigliato dal provino relitto di 9 minuti che ho preparato (tutti erano dubbiosi che le immagini non fossero all’altezza)
Al pomeriggio Bruno Vespa vede il provino e approva la puntata che sarà registrata il 18

(Alla puntata di Porta a Porta fu presente anche Scavelli così come era presente a bordo della Fregata Bergamini per la commemorazione dell’affondamento durante la quale il Ministro Di Paola mi decorò di medaglia d’argento al Merito di Marina, sempre intrufolandosi nel tentativo di ritagliarsi una parte nella scoperta del relitto. Tentativo oggi a tre anni di distanza, svanito nel nulla come le bolle di sapone precedenti)

A sera al Ministero Difesa, prima ricevuti da Amm  … , poi passiamo dal Ministro Di Paola che vede e si interessa del relitto (e sorride a Gabri)
A sera Bonfiglio chiama per sapere come è andata.

Incontro con Scavelli in albergo.  Anche lui sorpreso dalla qualità delle immagini.
Sembra aver messo la testa a posto. Dice che loro deduzioni da studi di archivio avevano indicato area vasta nella mia zona, ma Comex con passate magnetometriche aveva escluso presenze.
Affermo che senza di me avrebbe speso sacco di soldi a Comex per andare a fare buco nell’acqua e lui concorda che sarebbe stato così.
 

08 settembre

A porta S Paolo aspettiamo Presidente della Repubblica Napolitano
Quando passa a vedere i pannelli con le foto della Roma vengo presentato, (anche al Sindaco Alemanno e la presidente della regione Lazio Renata Polverini) poi Camerini spiega la nave e alla fine io spiego brevemente il ritrovamento e rispondo a domande sulla profondità e sullo stato devastato del relitto
Incontri:
Andrea Amici, autore di un libro sull’affondamento del Roma.
Vittorio Gonzaga, parente di un superstite che scrisse un libro, presidente dell’associazione regianaveroma  (senza sorrisi, per il suo messaggio insultante)
(era accaduto che il sito regianaveroma avesse pubblicato il comunicato mistificante di Scavelli. Che io avessi approfittato sul loro sito della possibilità di commentare per chiarire la verità. Che essi fossero in amicizia con tutto il gruppo di Scavelli e che mi rispondessero con prepotente presunzione, togliendo il comunicato Scavelli ma ignorando da allora in poi che il relitto fosse stato ritrovato)
Pierpaolo Bergamini e figlia Maria.
Famiglia Busonero.
Amm Foffi vicecapo di stato maggiore (in assenza di Binelli).
Visita privata al Quirinale accompagnati dall’Aiutante del Presidente CV Aurelio De Carolis.

In conclusione, a seguito di questo ritrovamento abbiamo ricevuto tante espressioni di apprezzamento e gratitudine anche da singole persone, siamo stati onorati dalla MM e dalle Istituzioni in ogni modo possibile e siamo felici di aver reso un importante servigio alla nostra Marina Militare.
Il ritrovamento della Corazzata Roma è un felice episodio che ci regala una gradita notorietà e lusinghiero apprezzamento da parte delle Istituzioni.