A PROPOSITO DI UMBERTO ECO.

La notizia di questi giorni dell’infausto evento che ha colpito il famoso filosofo-scrittore e che ha emozionato mezzo mondo mi porta ad esprimere una basilare riflessione sui comportamenti sociali.

Premetto di conoscere il Personaggio in questione solo superficialmente e per sentito dire. 
Una volta percepiti i suoi orientamenti politici (da non dimenticare le sue dichiarate simpatie per la lotta armata degli anni di piombo) non ho mai voluto perdere il mio tempo a studiare i dettagli. 
Nessun dubbio sulla eccezionalità della persona, precursore della barba palestinese oggi di gran moda. Mente dalla memoria colossale, erudito dalla cultura umanistica enciclopedica, capace di suscitare emozioni a vasto raggio, capace di incisivi ragionamenti e conclusioni. 
Sempre e solo, però, di area umanistica. 
Conclusioni in accordo con una cultura e modo di vivere di una vasta categoria di persone, anche di coloro che lui disprezzava per la loro semplicità. Conclusioni facilmente percepibili a vasto raggio dalle masse perché basate su emozioni primitive ad arte risvegliate. Con questo voglio dire che anche individui con cultura zero, solo in quanto esseri umani, sono in grado di apprezzare e condividere quelle conclusioni che vengono visceralmente sentite (aiutare i poveri?.. certo, anche a costo di sottrarre risorse al progresso  -  curare i malati?.. certo, anche a costo di far esplodere la popolazione mondiale…)
E così come lui la maggior parte degli “intellettuali” di oggi fanno parte di una categoria che dirige la pubblica opinione su basi parziali e facendo leva solo sulle emozioni.
Dov’è il problema?
Il problema è la Cultura da cui trarre le conclusioni.
Il problema è la completezza della Cultura. 
La Cultura NON è solo arte, filosofia ed umanesimo. 
La Cultura comprende anche Scienza e Tecnica, settore del quale quasi nessuno si occupa pubblicamente, area che è appannaggio dell’intelligenza pura, della razionalità rigorosa, ambito tutto o quasi distaccato dalle emozioni e quindi lontano dal sentire comune. 
Il Personaggio in questione era un evidente sprovveduto in questo settore e per limiti di carattere od opportunismo non si è dato la minima pena di rimediare come il suo eccelso intelletto gli avrebbe facilmente consentito di fare.
Cosa significa ciò?
Il comportamento degli uomini deve tenere conto della Cultura completa, non può essere solo basato sulle emozioni. 
La parte materiale della vita è sempre stata essenziale per la sopravvivenza e per lo sviluppo dell’umanità. 
Oggi consentire all’umanità di fare figli senza limiti oppure consentire ai musulmani di invadere i nostri territori, deve  essere deciso dalla ragione, non ci si può lasciare trascinare SOLO dalle emozioni. Sono gli animali che decidono per istinto.
La scienza e la tecnica hanno prodotto  attrezzi e strumenti che sono sempre stati essenziali per facilitare i compiti, per ridurre le fatiche, per alleggerire dalla schiavitù del pane quotidiano, per avere più tempo libero e poi sì, anche per fare la guerra, per aggredire o per difendersi con successo da popolazioni meno progredite. 
Sono scienza e tecnica che ci hanno consentito di arrivare a quello che siamo oggi, ivi compreso lo scetticismo religioso condiviso da Umberto Eco.
Allora perché escludere la razionalità tecnica e scientifica dalle scelte dell’umanità?
Sembra che un Personaggio tanto eccezionale non abbia avuto alcuna capacità di capire che l’attività ingegnosa e produttiva ha un’importanza fondamentale per il benessere di una popolazione. Aveva egli forse una pallida idea di come deve essere gestita un’industria? Berlusconi sì l’aveva e lui odiava Berlusconi. Pensava forse che chi investe nella ricerca, per esempio di nuovi medicinali, e chi poi produce questi medicinali lo possa fare a prescindere dal profitto come desiderato dai comunisti? Senza profitto non ci sarebbero investimenti, non ci sarebbe ricerca  né produzione e i malati dovrebbero tornare ad affidarsi allo sciamano.
Questo sarebbe il risultato se comandassero quelle correnti di pensiero di colore rosso-verde-arcobaleno NOtav, NOponte, NOcentrali,  che osano proclamarsi “progressisti” ma che in realtà remano contro il progresso.