LA MAFIA ROSSA

Sono giorni di turbamento per molti popoli d’Europa, d’America, musulmani.
Tutti i giorni i “media” prendono parte alle diatribe politiche e ci bombardano sempre con gli stessi argomenti, anche quelli che pur dichiarandosi “indipendenti” si schierano senza pudore con le sinistre lodando ed esaltando i “compagni” e seminando disprezzo, odio e ribrezzo verso i “fascisti”, così chiamati in blocco tutti coloro che non condividono idee di sinistra. Ultimamente anche testate tradizionalmente equilibrate come il “Corriere della Sera” o il “New York Times” scrivono come fossero l’organo ufficiale del partito social-comunista, è bastato osservare l’astio che hanno dimostrato verso Donald Trump (è stato eletto democraticamente nella Democrazia per eccellenza, Gli oppositori si rassegnino e si preparino per le prossime elezioni. Rifiutare l’Eletto e cercare di ribaltare l’elezione significa solo odio e violenza mafiosa).
Si rifanno ad una ideologia che predica dispregio, vessazione, emarginazione di chi non la pensa come loro, ideologia che ammette una sola società: la loro, con esclusione di ogni altra appartenenza.
Con sistemi di malinteso cameratismo molto simili alla solidarietà fra membri della società mafiosa, hanno occupato i posti importanti della comunicazione, dell’istruzione, della magistratura, della pubblica amministrazione, chiamando sempre i correligionari ed espellendo gli oppositori (in Italia questo sistema di occupazione di tutti i posti pubblici anche al nord è stato usato dai meridionali, tenaci inseguitori dell’impiego fisso statale, il che ha aggiunto inefficienza lavorativa e corruzione ai disastri dell’ideologia di sinistra).
Si richiamano all’umana ragionevole pietà, ma si appoggiano a teorie largamente superate di Socialismo, di Marxismo-Leninismo, di Maoismo o di rivoluzione Castrista, che la storia ha dimostrato essere fallimentari. Fanno leva sul benessere che ha rammollito le masse, così che temi come la tolleranza e l’accoglienza diventano sacri, salvo poi loro stessi essere intolleranti e repulsivi con chi la pensa diversamente. E pretendono anche di essere chiamati “progressisti”.

Segni tangibili?
Basta guardarsi intorno: eroi riconosciuti come il Che Guevara o come il nostro più modesto bombarolo Giangiacomo Feltrinelli sono pubblicamente incensati come se i loro orribili misfatti fossero giustificati dall’Ideale-religione.
Altro esempio è quel terrorista Cesare Battisti, pluriassassino condannato che trovò rifugio prima nella Francia socialista di Mitterrand, poi nel Brasile del comunista Lula senza che il molle governo italiano permeato di ex comunisti abbia sostenuto la legittima richiesta di estradizione con adeguate misure di rappresaglia come avrebbero fatto una britannica Thatcher o il turco Erdogan, bollando Mitterrand e Lula come fiancheggiatori di assassini. E così via, l’elenco sarebbe lungo…

Quella che una volta era chiamata la “maggioranza silenziosa”, composta da persone di buon senso, che non urlano, che non dimostrano spaccando vetrine, che sono aperte al dialogo disponibili ad ascoltare le ragioni di tutti, che non obbligano il prossimo ad aderire alle loro credenze, ecco… queste persone oggi non sono più maggioranza, sono costrette a conformarsi con il “politicamente corretto” ovvero al pensiero unico di sinistra, pena l’isolamento, il disprezzo e l’emarginazione, a volte violenza fisica: questo è ciò che io definisco mafiarossa (e mi riferisco non alla mafia vera ma solo alla similitudine di regole, metodi di sopraffazione e organizzazione).

Ancora due parole sui “ricchi”.
Ci sono ricchi e ricchi.
C’è chi ha fatto un sacco di soldi speculando in borsa: costoro andrebbero trattati da ladri perché non hanno prodotto nulla, hanno solo spostato soldi di altri verso le loro tasche. (esempio tipico George Soros.
Costui ha provocato ad arte sommovimenti valutari al solo scopo di arricchirsi, intascando soldi sottratti ad altri. Cito parole a lui attribuite:
Gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Queste semmai competono ai legislatori che permettono che le speculazioni avvengano.
Il George Soros dunque ritiene che speculare sia un “lavoro”, che sia lecito rubare se i risvolti delle leggi lo permettono. Ma allora l’etica personale dove la mettiamo? Il colmo poi è che un ladro del genere si erga a difensore dell’Umanità sostenendo e finanziando i violenti sopraffattori “progressisti” di tutto il mondo. E ancora si permette di fare la morale a coloro che si oppongono alla Mafiarossa. Senza che si levi una voce che lo bolli da criminale come merita. Addirittura partecipa al Forum di Davos accanto alle più quotate personalità mondiali. Pare che il mondo vada alla rovescia. Ultima nota che può far riflettere: il ladro in questione pare sia ebreo. Non ho nulla contro gli ebrei, anzi, ma la circostanza razzista di usurai è nondimeno curiosa).
C’è invece chi ha lavorato sodo con successo, chi ha creato lavoro e paga stipendi produttivi.
La ricchezza in questo caso è solo il segno concreto della loro utilità sociale, il giusto compenso per il loro rischio, la giusta possibilità di avere risorse da reinvestire, loro che sanno come si fa a produrre, e permettere ad altri di consumare.
Si chiamano IMPRENDITORI.
Sono pochi e pregiatissimi. Sono persone di successo che inducono l’invidia degli infingardi, degli incapaci, degli imboscati, dei buoni solo a cianciare.
Ebbene, questi IMPRENDITORI invece di essere apprezzati e favoriti per il bene di tutti si dibattono fra mille difficoltà talvolta create ad arte per abbatterli.  
Sono quelli che producono la famosa torta su cui poi si azzuffano i mafiosi rossi.
Senza IMPRENDITORI, possibilmente ricchi, la società non si sostiene.
Senza torta si muore di fame.
Ma la mafiarossa (e verde e arcobaleno) domina egemone.
Avete mai letto qualche articolo che ammiri, lodi e stimoli gli imprenditori? Neppure per sbaglio!
Oggi in Italia gli industriali vendono, l’industria è in declino, la conseguente disoccupazione dilaga. Rimane un patrimonio antico, l’eredità di una cultura millenaria che attrae milioni di turisti: una nuova “industria”. Qualcuno si è mai domandato se il Colosseo esiterebbe senza gli imperatori Vespasiano e Tito? Se castelli, ville, regge, opere d’arte esisterebbero senza i re, i nobili, i mecenati? Certo sono opere spesso costate sudore, fatiche e sangue della plebe, ma a quella stessa plebe hanno dato da mangiare e continuano a dare ancora oggi.
Quindi sarebbe ora che qualcuno si chiedesse se i ricchi sono davvero così perniciosi, o se per caso non si debba lasciare libero e favorire l’essenziale ruolo sociale che compete loro.

(Scritto da un italiano che guarda con tristezza al suo paese, mentre è grato di essere stato adottato dalla Svizzera, dove solo qualche volta si ascolta musica simile ma dove nel concreto la mafiarossa  è sempre democraticamente in minoranza)